
Mors tua vita mea

Prefazione
al saggio ``Mors tua vita mea``
a cura del prof. Massimo Viglione
Mors tua vita mea.
Il fine non giustifica i mezzi.
Sulla illiceità morale dei vaccini che utilizzano linee cellulari di feti vittime di aborto
Massimo Viglione (a cura di)
Carlo Maria Viganò (Prefazione)
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La barbarie in cui versa la nostra società è ormai evidente: i suoi valori sono via via cancellati come odiose vestigia di un mondo estinto, a vantaggio dei deliri dell’ideologia globalista, che si rivela sempre più antiumana, antireligiosa e anticristica. Di questa infernale barbarie il principio più antitetico rispetto alla civiltà cristiana è l’infanticidio, il sacrificio umano di vittime innocenti offerte a Satana; e pur nell’orrore di vederlo sfrontatamente ammesso, non possiamo stupirci se l’aborto venga proposto dai satanisti come vero e proprio rito religioso al quale, in nome della libertà di culto, debba essere riconosciuta tutela. Gli antichi rituali pagani – omnes dii gentium demonia, dice il Salmo – rivivono oggi nell’offerta sacrificale che madri sciagurate credono di poter rivendicare come un diritto.
Se i primogeniti d’Israele appartengono al Signore, la simia Dei pretende ben più dei primi nati, e li rivendica anche tramite le case farmaceutiche che ricorrono a tessuti fetali provenienti da aborti per confezionare un cosiddetto vaccino che nel delirio del Covid-19 viene presentato come sacramento salvifico con il quale si viene incorporati nel “corpo mistico” di Satana, l’antichiesa globalista. D’altra parte, la connotazione “liturgica” della pandemia riecheggia volutamente segni e simboli propri alla vera Religione, in modo da trarre in inganno anche i semplici e spingerli a conformarsi ad un culto collettivo che li esima dal prendere autonomamente decisioni e li vincoli ad un’obbedienza acritica. Non possiamo dimenticare le processioni funebri di camion militari, l’atteggiamento tanto contraddittorio quanto intollerante dei sacerdoti del Covid, il magistero sanitario degli “esperti”, l’inquisizione contro gli “eretici” negazionisti, l’adesione fideistica alle più grottesche superstizioni spacciate per scienza da virologi stregoni e vestali televisive.
Il siero genico chiamato vaccino, come hanno egregiamente evidenziato scienziati e specialisti e come ammettono gli stessi produttori, non garantisce immunità; non esclude effetti collaterali gravi a breve e a lungo termine; non è efficace con alcune varianti del Covid; non evita l’uso della mascherina e dei distanziamenti; nella maggior parte dei casi aumenta il numero dei positivi al tampone e con esso il terrorismo mediatico e l’inasprimento delle misure di contenimento. Proposto come panacea, si è rivelato essere solo fonte di enormi, scandalosi profitti per BigPharma e, parallelamente, pretesto per imporre passaporti sanitari e altri sistemi di controllo delle masse e di limitazione delle libertà naturali.
Ma a fianco a questa palese inutilità del “vaccino” – un’inutilità che qualsiasi medico non asservito al sistema avrebbe considerato sin dal principio, essendo i virus Corona suscettibili di mutazione – non possiamo non vedere quanto esso, proprio nella sua valenza “mistica”, sia strumentale all’accettazione collettiva del sacrificio umano come normale e anzi necessario: la creatura più innocente e indifesa, il bimbo nel grembo materno al terzo mese di gestazione viene immolato e smembrato per estrarre dal suo corpicino ancora palpitante quei tessuti con cui produrre una non-cura, un non-vaccino, che non solo non guarisce dal virus, ma con ogni probabilità provoca morte in percentuale maggiore al Covid stesso, specialmente in persone anziane o malate.
Ma chi sono le madri che, rinnegando la loro stessa natura, accettano di uccidere il proprio figlio? In gran parte donne alla prima gravidanza, ignare dell’orrore che si apprestano a compiere e del rimorso che le accompagnerà per sempre. Ecco i primogeniti da consacrare a Satana: i figli di madri sventurate e ragazzine viziate, che scoprono cosa significa essere madri proprio nel non volerlo essere, anzi nel pervertire la loro femminilità riducendola a merce di scambio o a strumento di effimero godimento, in nome di diritti che esse rivendicano per sé ma che si permettono di negare alle creature che portano in grembo. Il non serviam si ripete inesorabile, ogni volta che si rifiuta l’obbedienza del fiat e ci si ribella alla volontà dell’Onnipotente.
Nell’aborto Satana realizza il più grande sfregio a Dio: egli Lo offende come Creatore, facendo della madre l’assassina del proprio figlio; Lo offende come Signore, usurpando il diritto di vita e di morte su creature innocenti e rivendicando il diritto di violare impunemente il Quinto Comandamento; Lo offende come Redentore, vanificando i frutti della Passione di Cristo per le creature uccise senza la grazia del Battesimo; Lo offende come Padre, mentre vilipende la Sacra Maternità della Vergine Santissima.
Molta è la confusione che regna in questa fase dolorosa della storia della Chiesa: la latitanza o l’abuso dell’autorità della Gerarchia, assieme al tradimento di tanti falsi pastori e mercenari, non aiutano a dissipare il disorientamento dei fedeli, ed anzi lo alimentano con indicazioni parziali, discordanti e contraddittorie. Anche in questo possiamo renderci conto della gravità della situazione, e di quanto la defezione dei Pastori sia necessaria premessa per l’instaurazione del regno dell’Anticristo. Se il Papa e i Vescovi avessero un minimo di timor di Dio, non cercherebbero di giustificare con indegni sofismi un vaccino che per essere prodotto richiede cellule staminali ricavate da feti abortiti volontariamente. Il pretium sanguinis basterebbe per non prenderlo nemmeno in considerazione, ma forse tra i beneficiari di quel pretium vi sono anche Prelati che hanno più a cuore gli elogi ipocriti dei nemici di Cristo che non la testimonianza eroica della Fede.
Il tema della presenza di aborti nei vaccini era stato screditato decenni orsono come farneticamento dei complottisti e degli integralisti: oggi si ammette candidamente che i profitti delle case farmaceutiche (e non solo) legittimano l’uccisione di innocenti. La stessa Congregazione per la Dottrina della Fede si rende complice di questo orrore, limitandosi a pronunciarsi su un aspetto marginale di un vaccino, peraltro in modo più che discutibile. E mentre si pianifica di vaccinare l’umanità intera inoculando il sacramento infernale, vi sono intellettuali Cattolici ritenuti “conservatori” che, per non perdere lo strapuntino loro accordato con condiscendenza, giungono a farsi paladini della scienza proprio nel momento in cui essa si muta in stregoneria: non diversamente agirono quando, dinanzi alla rivoluzione conciliare, cercarono di garantirsi uno spazio di visibilità attaccando i Cattolici tradizionalisti più degli eretici modernisti. Il loro apporto alla causa finisce per esser controproducente, mentre gli operatori di iniquità si godono lo spettacolo di veder divisa in fazioni la già debole e litigiosa compagine dei buoni.
Andrebbe riconosciuto con onestà che molti Cattolici soffrono di un incomprensibile senso di inferiorità, non solo quando sono in gioco questioni sociali e politiche che possono farli apparire come reazionari e vederli liquidati sbrigativamente come “fascisti”, ma anche questioni scientifiche ed etiche, come nel caso dell’emergenza pandemica, che li qualificherebbero come “fondamentalisti”. Eppure dovrebbe essere proprio la scienza, in quanto regolata da leggi certe, misurabili e replicabili, a fornire i migliori argomenti a coloro che riconoscono nel vero Dio il Creatore di tutte le cose, visibilium omnium et invisibilium. Questo senso di inferiorità pone questi Cattolici un gradino al di sotto del loro interlocutore, costringendoli non tanto a difendere con argomenti solidi e inoppugnabili le proprie tesi, quanto a confermare pur con mille distinguo il pregiudizio che grava su di loro. Non si comprende altrimenti questa smania di delegittimare come “teorici del complotto” coloro che smascherano una frode di proporzioni epocali, questa volontà di emergere per una presunta moderazione ed equidistanza dagli estremi; dimenticando che se la virtù si colloca giustamente tra due vizi opposti, tra il bene e il male non è moralmente lecito scegliere una via intermedia dettata più da pavidità e opportunismo che non da coraggio e convinzione.
Per queste ragioni, e per il profondo smarrimento del Gregge del Signore, non posso che incoraggiare la pubblicazione degli interventi di Sua. Ecc. Mons. Athanasius Schneider, Don Curzio Nitoglia, Dom Giulio Meattini, Massimo Viglione, John-Henry Westen, Giovanni Turco, Gianfranco Amato, Clara Ferranti, Matteo D’Amico, Paolo Gulisano, Wanda Massa, Pilar Calva Mercado, Cristiano Lugli, Daniele Trabucco, Silvana De Mari, Nicodemus, Antonio Bianco, Alfredo De Matteo, Marilena Maioli. Ciascuno secondo le proprie competenze ha il merito di condividere riflessioni, dati, fatti e misfatti della narrazione sul Covid, sui cosiddetti vaccini e sulle implicazioni giuridiche della loro paventata imposizione. La Confederazione dei Triarii ha l’opportunità di acquistare grandi meriti dinanzi a Dio per questa iniziativa al servizio della verità e del bene comune.
Auspico di tutto cuore che questo volume contribuisca ad aprire gli occhi di tante persone che oggi si trovano a brancolare nelle tenebre della disinformazione o sono vittime delle menzogne diffuse dal mainstream. Sia loro di guida Maria Santissima, Sedes Sapientiae: sia Lei a curare la loro cecità al Vero e la loro sordità al Bene.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
18 Maggio 2021
S. Venantii Martyris
Feria III post Ascensionem