
Against the Grain

Prefazione
al saggio ``Against the Grain: Heroic Catholics Through the Centuries``
di Doug Grane
Against the grain.
Heroic Catholics Through the Centuries
Doug Grane (autore)
Carlo Maria Viganò (Prefazione)
In vendita online: link
Questo è un libro sull’amicizia: l’amicizia dei Santi con Dio e l’amicizia dei Santi tra loro e con noi. Un’amicizia basata sulla Carità, che è la virtù teologale che ci porta ad amare Dio e il nostro prossimo per amor Suo. Sulla base di questa virtù, che è radicata alla virtù della Fede perché ha come oggetto Dio stesso che «è carità» (1Gv 4, 8) e Verità (Gv 14, 6), tutti i battezzati sono uniti in un vincolo soprannaturale che trova nella Santissima Trinità la propria origine, la propria forza e il proprio fine. Per questo motivo, separare la Carità dalla Fede è un’opera infernale ed essenzialmente antitrinitaria.
I Santi citati in quest’opera – e tutti i Santi in genere – costituiscono per noi un modello esemplare di come dobbiamo essere, seguendo il comandamento di Nostro Signore: «Estote ergo vos perfecti, sicut et Pater vester caelestis perfectus est» (Mt 5, 48). Ma il nostro “dover essere” Santi, combattendo l’inclinazione al male che ci portiamo dietro dal Peccato Originale e cercando di essere docili alla Grazia divina, non si può considerare un precetto, bensì una necessità, una risposta coerente al nostro essere stati redenti dal Sacrificio di Cristo, all’amore che Egli ha mostrato per noi immolandosi sulla Croce. E se l’amore umano è la passione che ci muove naturalmente verso il bene, l’amore divino – ossia la Carità – conduce la nostra anima, in modo soprannaturale, verso il Sommo Bene che è Dio e di conseguenza verso quanti partecipano con noi di quell’attrazione verso di Lui.
Anche l’amicizia terrena, a ben vedere, ci lega a una persona della quale ammiriamo le doti e che pensiamo possa aiutarci a migliorare, mentre siamo spronati a nostra volta a comportarci bene per essere per lei di esempio. Se quest’amicizia si instaura tra noi e i Santi che la Chiesa ci indica come modello da seguire – al punto che il linguaggio neotestamentario chiama «santi» i battezzati (Ef 1, 1) – noi troviamo realizzata in loro quella perfezione cui siamo chiamati, traendone conforto proprio perché li sentiamo vicini per la loro vita, la professione che svolgevano, i patimenti quotidiani, la lotta contro il mondo, la carne e il diavolo. Profeti, Apostoli, Martiri, Confessori della Fede, Vergini e Vedove sono accomunati dall’aver mostrato come alla fine, al di là delle nostre debolezze, è il Signore a farci santi, a compiacersi di spandere i Suoi doni e far fruttare i talenti che ci ha dato: «Quia fecit mihi magna qui potens est», canta la Santissima Vergine nel Magnificat.
Anche noi, poveri peccatori, siamo chiamati a grandi cose: non dobbiamo pensare che l’eroismo delle virtù che hanno portato i nostri fratelli nella Fede ad esser celebrati con pubblici onori dalla Santa Chiesa sia appannaggio di pochi, privilegio cui non è dato ambire, o peggio condizione da deplorare perché non più conforme con la mentalità del tempo. Perché è proprio stato il loro aver vissuto in vista della gloria futura che essi hanno potuto vivere eroicamente in questa valle di lacrime; è stato il desidero della corona che ha permesso loro di cimentarsi nella gara e vincerla. Una gara, dunque; un certamen, come lo chiama l’Apostolo: «Bonum certamen certavi, cursum consummavi» (2Tim 4, 7), da affrontare come atleti di Cristo per giungere fino al traguardo. Una gara contro il mondo, contro la carne e contro il diavolo: against the grain, appunto. Contro tutto ciò che dalla caduta di Adamo ci seduce per allontanarci dal destino al quale siamo stati chiamati, e al quale non possiamo sottrarci se non vogliamo vanificare la Passione redentrice di Nostro Signore ed essere indegni della compagnia delle anime beate.
Doug Grane ha voluto selezionare alcuni Santi che gli sono cari, traendo da ciascuno di essi un esempio di virtù particolare. Conosciamo la loro vita per imitarli, sapendo che se non meriteremo di assurgere alla gloria degli altari, possiamo sperare – di una Speranza ch’è virtù teologale – che il Signore ci assisterà con la Sua Grazia per vederci come Egli ci vuole: «ut essemus sancti et immaculati in conspectu ejus in caritate» (Ef 1, 4). E la prima, indispensabile virtù dei Santi – e quindi anche di chi vuole emularli – è l’umiltà: «deposuit potentes de sede, et exaltavit humiles» (Lc 1, 52).
In quest’epoca di grande crisi per la Chiesa e l’umanità intera, in cui vediamo scatenarsi le porte degli Inferi per l’instaurazione del regno dell’Anticristo, dobbiamo sentirci ancor più spronati alla santità, la quale inizia con la vita della Grazia, la preghiera, la frequenza ai Sacramenti e la custodia fedele e coraggiosa del Depositum Fidei oggi minacciato dagli stessi vertici della Gerarchia. Invochiamo la Beatissima Vergine Maria, Regina Sanctorum omnium, perché ci renda degni delle promesse di Cristo e, sotto il Suo manto, ci accompagni nel pellegrinaggio terreno verso la meta celeste, così da incontrare nell’eternità beata i nostri amici che intercedono per noi presso il trono dell’Agnello.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
28 Maggio 2021
Feria Sexta Quatuor Temporum Pentecostes