
Lettera al Fatima Center

Lettera al Fatima Center
sulla terza parte del Segreto di Fatima
Quando Nostra Signora chiese di consacrare al Suo Cuore Immacolato la Russia, sul Soglio di Pietro siedeva il grande Pontefice Pio XII. Con la pronta devozione per la Santissima Vergine che lo contraddistingueva, non appena il Vescovo di Leiria gli fece pervenire le prime due parti del Segreto, egli le rese pubbliche, proprio in occasione della Consacrazione della Chiesa e del genere umano al Cuore Immacolato di Maria che ebbe luogo il 31 Ottobre 1942. Nel suo memorabile Radiomessaggio al Portogallo, Papa Pacelli si rivolse ai Cattolici di quella nazione con queste parole:
«In un’ora tragica di tenebre e di disorientamento allorché la nave dello Stato portoghese, smarrita la rotta delle sue più gloriose tradizioni, sperduta nella tormenta anticristiana e antinazionale, sembrava correre verso inevitabile naufragio, inconscia dei pericoli presenti e più ancora inconsapevole di quelli futuri – la cui gravità del resto nessuna prudenza umana, per quanto accorta, poteva allora prevedere – il Cielo, che vedeva gli uni e prevedeva gli altri, intervenne pietoso, e dalle tenebre scaturì la luce, dal caos emerse l’ordine, la tempesta si mutò in bonaccia, e il Portogallo poté trovare e riannodare il perduto filo delle sue più belle tradizioni di Nazione fedelissima, per proseguire – come nei giorni in cui “nella piccola casa Lusitana non mancavano cristiani ardimenti” per “dilatare la legge della vita eterna” (Camões, Lusíadas, canto VII, ottave 3 e 14) – nel suo cammino glorioso di popolo crociato e missionario» (qui).
Il 3 Gennaio dell’anno successivo fu redatta da suor Lucia la terza parte del Segreto, che venne consegnata a Pacelli con questa nota: «Per ordine espresso di Nostra Signora questa busta può essere aperta nel 1960». Il Papa non lesse quindi il testo della terza parte del Segreto che a Fatima la Vergine aveva affidato ai Pastorelli, ma quanto Ella affermava nelle prime due parti doveva esser stato ritenuto sufficiente per indurre il Pastor Angelicus ad adoperarsi per scongiurare le sciagure in esso annunciate. La prima parte riguardava, come sappiamo, la visione dell’inferno, dei demoni e delle anime dannate; la seconda era invece relativa alla richiesta della Vergine di consacrare al Suo Cuore Immacolato la Russia e di diffondere la Comunione riparatrice nei Primi cinque Sabati del mese, con la promessa della conversione della Russia in caso si fosse obbedito e viceversa la diffusione del materialismo ateo nel mondo e lo scoppio di guerre e persecuzioni contro la Chiesa. Per come la Consacrazione fu effettuata da Pio XII, essa non fu ritenuta valida da Suor Lucia, che in uno dei suoi scritti riporta le parole della Madonna:
«Non hanno voluto soddisfare la Mia richiesta! Come il re di Francia, si pentiranno e la faranno, ma sarà tardi. La Russia avrà già sparso i suoi errori per il mondo, provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa: il Santo Padre avrà molto da soffrire».
E qui occorre ricordare la disobbedienza di Luigi XIV agli ordini di Nostro Signore, che nel 1689 gli aveva chiesto, per il tramite di Santa Margherita Maria Alacoque, di inserire il Sacro Cuore di Gesù negli stemmi e nelle insegne reali; di costruire un tempio in Suo onore, dove avrebbe ricevuto l’omaggio della Corte; di consacrarsi al Sacro Cuore e di impegnarsi con la sua autorità presso la Santa Sede per ottenere una Messa in onore del Sacro Cuore di Gesù. Quella disobbedienza sciagurata – che non avrebbe peraltro richiesto che umiltà e fiducia in Dio da parte del Re di Francia, e forse meno ascolto dei suoi consiglieri gesuiti – fu punita con la Rivoluzione Francese e con la fine del Regno. Certamente Pio XII non volle disobbedire alla Madonna, ma si trovò in un difficile frangente storico e politico che gli impedì di menzionare esplicitamente la Russia nell’Atto di Consacrazione. In una lettera del 1936 che l’allora Card. Eugenio Pacelli scrisse al conte Enrico Pietro Galeazzi, assieme ad una terribile profezia abbiamo anche un’idea della preoccupazione del futuro Pio XII per il contenuto del messaggio di Fatima:
«Supponiamo che il comunismo sia uno degli strumenti di sovversione più evidenti usati contro la Chiesa e la Tradizione della Rivelazione Divina. Quindi assisteremo all’invasione di tutto ciò che è spirituale: filosofia, scienza, legge, insegnamento, arti, media, letteratura, teatro e religione. Sono preoccupato per le confidenze della Vergine alla piccola Lucia di Fatima. Questo insistere da parte della Buona Signora sui pericoli che minacciano la Chiesa è un avvertimento divino contro il suicidio che rappresenta l’alterare la Fede nella sua liturgia, nella sua teologia e nella sua anima. Sento intorno a me che gli innovatori desiderano smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, rifiutare i suoi ornamenti e renderla piena di sensi di colpa per il suo passato storico. Ecco, sono convinto che la Chiesa di Pietro dovrà rivendicare il suo passato, altrimenti si scaverà la sua stessa tomba. Io combatterò questa battaglia con tutte le mie forze all’interno della Chiesa, come al di fuori di Essa, anche se le forze del male forse un giorno potrebbero approfittare della mia persona, delle mie azioni o dei miei scritti, come si prova oggi a deformare la storia della Chiesa. Tutte le eresie umane che alterano la Parola di Dio appaiono sempre piene di luce. Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato rinnegherà il proprio Dio, quando la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro. Essa sarà allora tentata di credere che l’uomo è diventato Dio, che suo Figlio è solo un simbolo, una filosofia come tante altre. Nelle chiese i cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Gesù li aspetta; come la peccatrice in lacrime davanti alla tomba vuota, grideranno: “Dove lo hanno portato?”» (qui)
Il 7 Luglio 1952, dieci anni dopo la prima Consacrazione al Cuore Immacolato, Papa Pacelli indirizzò la Lettera Apostolica Sacro vergente anno ai popoli della Russia, concludendo il proprio messaggio nella festa dei Santi Cirillo e Metodio con queste parole:
«Noi, pertanto, affinché più facilmente le Nostre e le vostre preghiere siano esaudite, e per darvi un singolare attestato della Nostra particolare benevolenza, come pochi anni fa abbiamo consacrato tutto il mondo al Cuore Immacolato della Vergine Madre di Dio, così ora, in modo specialissimo, consacriamo tutti i popoli della Russia al medesimo Cuore Immacolato, nella sicura fiducia che col potentissimo patrocinio di Maria Vergine quanto prima si avverino felicemente i voti, che Noi, che voi, che tutti i buoni formano per una vera pace, per una fraterna concordia e per la dovuta libertà a tutti e in primo luogo alla Chiesa; in maniera che, mediante la preghiera che Noi innalziamo insieme con voi e con tutti i Cristiani, il regno salvifico di Cristo, che è “regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace”, in ogni parte della terra trionfi e si consolidi stabilmente» (qui).
Quegli anni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale portarono all’Italia e al mondo intero grandi sciagure, ma nel dolore e nelle difficoltà la Fede e la Carità del popolo di Dio non mancò di testimoniare un rifiorire di rinascita spirituale, di devozione e di apostolato, anche grazie all’alto esempio del Romano Pontefice. Tra i miei coetanei, forse vi è ancora chi ha potuto assistere al frequente prodigio delle colombe che si posavano ai piedi della Madonna pellegrina, accompagnando la Sua statua ovunque. Ricordo con commozione le processioni in onore della Vergine di Fatima, che univano i fedeli a tributare pubblici onori alla Regina del Cielo per le strade delle nostre città. Lo chiamavano «il pellegrinaggio delle meraviglie». Ricordo parimenti le finestre chiuse, al passaggio della statua della Madonna, delle case dei Comunisti. Quella sorda ostilità al messaggio di ammonimento e di speranza della Vergine appariva ancor più evidente dinanzi alle finestre ornate di tappeti e drappi, delle case dei Cattolici, a quei tempi in assoluta maggioranza nel Paese.
Nelle intenzioni di Papa Pacelli il Card. Giuseppe Siri, Arcivescovo di Genova, avrebbe dovuto essere il suo Successore, forse assieme al Card. Cicognani, e vi è chi ritiene – come ad esempio Benny Lay nel suo «Il Papa non eletto» – che quello sia effettivamente stato l’esito della votazione del Conclave del 26 Ottobre 1958, dinanzi alla quale le forze della Massoneria ed esponenti del progressismo riuscirono ad esercitare pressioni sugli Elettori perché inducessero Siri a non accettare il risultato del voto e si potesse quindi procedere ad una nuova votazione e ad un nuovo candidato. Aldilà di come effettivamente si svolsero i fatti, da quel Conclave uscì eletto il Card. Angelo Giuseppe Roncalli, Patriarca di Venezia, le cui simpatie moderniste e i cui legami con ambienti massonici ebbero a dimostrarsi ben più concreti di quanto non si credesse. Quelle simpatie, duole ricordarlo, portarono Roncalli a convocare il Concilio e a non condannare con la dovuta fermezza l’opposizione dei teologi progressisti al culto della Vergine Santissima, già allora considerato temerariamente come «eccessivo» e dannoso al dialogo ecumenico. Anche il trionfo del Comunismo nei primi anni Sessanta e la «distensione» del Vaticano nei confronti del regime sovietico indussero Giovanni XXIII a considerare inopportuna la Consacrazione della Russia e a minimizzare l’importanza delle apparizioni della Madonna a Fatima. Prudenza, si disse. Di fatto, negli atti del Pellegrinaggio in preparazione della Consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato, il messaggio di Roncalli non venne pubblicato e vi fu chi commentò sgomento: «Non possiamo spiegare una tale dimenticanza» (cfr. Luciano Guerra, Giovanni XXIII e Fatima, in Moreira C.A. – Cristino L., Enciclopedia di Fatima, Cantagalli, Siena 2010, pagg. 186-189).
Roncalli e Montini furono, in successione, i custodi gelosissimi della terza parte del Segreto. Certamente Giovanni XXIII lo volle leggere, forse ancor prima del 1960, e decise di non divulgarlo. Papa Paolo VI, chiudendo la III Sessione del Concilio Vaticano II, il 21 novembre 1964, affidò il genere umano – ma non esplicitamente la Russia – al Cuore Immacolato di Maria, nella stessa cerimonia in cui proclamò la Madonna “Mater Ecclesiae”. Lo stesso avvenne con Giovanni Paolo II, che consacrò il mondo intero senza menzionare la Russia, il 13 Maggio 1982. Le richieste della Vergine rimangono quindi ancora inascoltate, proprio in un momento di gravissima crisi della Chiesa e di grandi flagelli nel mondo. In un momento, oserei dire, in cui la Consacrazione della Russia da parte del Papa in unione con tutti i Vescovi appare non solo difficile, ma praticamente impossibile, almeno in un’ottica umana.
Ma siccome la Provvidenza non rimane in disparte a vederci precipitare nell’abisso, ancorché ne siamo ampiamente meritevoli, ma anzi moltiplica i suoi interventi e prodigi in favore dei Cristiani, possiamo sperare e credere che il nostro ritardo nell’obbedire alla Madonna ci permetterà, per la Sua mediazione e intercessione al trono della Maestà divina, di vedere pienamente compiuta la promessa di conversione della Russia e di un periodo di pace per l’umanità prima dell’avvento dell’Anticristo, della persecuzione finale e del trionfo di Nostro Signore. Sarà, questo, il trionfo del Cuore Immacolato che la Vergine ha promesso anche dinanzi alla protratta disobbedienza della Gerarchia.
Quale sia il contenuto della terza parte del Segreto, non è dato saperlo, se non per quello che la Segreteria di Stato ha maldestramente divulgato per ordine di Giovanni Paolo II nel 2000. Lo stesso Benedetto XVI, che all’epoca era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha affermato: «commetterebbe un grave errore chi volesse credere che il messaggio profetico di Fatima si sia già del tutto attuato». E ancora:
«Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia» (qui).
Dalle sue parole possiamo evincere che il contenuto di questa parte ancora ostinatamente tenuta nascosta dalla Santa Sede riguardi l’apostasia dei vertici della Chiesa e la deviazione nella Fede e nella Morale imposta con gli eventi di questi ultimi sessant’anni; eventi che non escludono né il Concilio Ecumenico Vaticano II né la nuova Messa, entrambi causa prima della crisi presente, entrambi ferocemente difesi contro ogni ragionevolezza non da campioni dell’ortodossia cattolica, ma da eretici e modernisti oggi assurti ai più alti gradi della Gerarchia.
Nostra Signora, che è Madre amorevole e misericordiosa, si è degnata di ritornare a noi con nuovi messaggi e nuove ammonizioni. Lo ha fatto con un povero peccatore, con un mangiapreti comunista che ha convertito e reso uno dei privilegiati testimoni delle Sue parole. Bruno Cornacchiola ha raccolto il messaggio della Vergine, che ripete sostanzialmente quello che aveva detto a Fatima e che i Ministri di Suo Figlio non hanno voluto rivelare.
«Io sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti. Adesso basta! Entra nel santo ovile. Quello che Dio ha promesso è e resta immutabile: i Nove Venerdì del Sacro Cuore, che tu hai celebrato spinto dall’amore della tua fedele sposa prima che tu prendessi definitivamente la via dell’errore, ti hanno salvato».
Proprio i Nove Venerdì che Nostro Signore aveva affidato a Santa Margherita Maria per diffonderne la pratica nella Chiesa, all’epoca di un altro disobbediente alla volontà del Cielo, il Re Luigi XIV. Quale mirabile intreccio di grazie e di benedizioni, in cui la devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù si accompagna a quella verso il Cuore Immacolato di Maria per riversare sulle anime i doni soprannaturali del pentimento, della conversione, della riparazione!
La Vergine della Rivelazione – questo il nome che la Madonna ha dato di Sé nell’apparire alle Tre Fontane a Roma, il luogo in cui il capo decollato di San Paolo, rotolando a terra, fece sgorgare tre sorgenti – ha annunciato grandi flagelli: «La Chiesa sarà lasciata vedova per le persecuzioni», «Molti dei miei figli Sacerdoti si spoglieranno nello spirito, internamente, e nel corpo, esternamente, cioè gettando i segni esterni sacerdotali. Le eresie aumenteranno. Gli errori entreranno nel cuore dei figli della Chiesa. Vi saranno confusioni spirituali, vi saranno confusioni dottrinali, vi saranno scandali, vi saranno lotte nella stessa Chiesa, interne ed esterne. Pregate e fate penitenza». E, nel parlare della Sua Maternità spirituale sui Ministri di Cristo, dice: «Io sono vostra Madre e Madre del puro Clero, Madre del santo Clero, Madre del fedele Clero, Madre del vivente Clero, Madre dell’unito Clero». Un appello a tutti i chierici ad essere puri, santi, fedeli, viventi e uniti. E qui comprendiamo le parole di Papa Benedetto che ho citato poc’anzi: «Le sofferenze della Chiesa derivavano non da nemici esterni, quanto piuttosto dal suo interno».
A voi tutti, cari figli devoti di Maria Santissima, va dunque il mio incoraggiamento ad essere testimoni viventi e coraggiosi delle richieste della vostra e nostra Regina. Siate il pungolo nel fianco dei vostri sacerdoti e dei vostri Vescovi, spronandoli ad obbedire alla volontà della Madonna – i cui desideri devono suonare per tutti noi come ordini grati a compiersi – e a consacrare al Suo Cuore Immacolato la Russia. Siate il fermento mariano che fa crescere le vostre comunità, che le dilata, che le vivifica con la Grazia dello Spirito Santo. Siate voi per primi a consacrare voi stessi, senza alcuna riserva, al Cuore Immacolato della Madre di Dio.
E come i Pastorelli offrirono la propria vita per la conversione dei peccatori, in vero spirito di espiazione e di propiziazione, anche voi offrite le vostre tribolazioni, i vostri dolori, le vostre prove quotidiane e finanche la vostra vita per la conversione dei Ministri traviati e la salvezza eterna dei buoni. Sia la pratica dei Primi Sabati in onore del Cuore Immacolato una pia abitudine che rinnoverete per voi stessi e per i vostri cari, facendola conoscere e praticare soprattutto a quanti maggiormente hanno bisogno della Misericordia di Dio. Ad essa, ne sono certo, non mancherete di accompagnare i Primi Venerdì in onore del Sacro Cuore di Gesù, memori che come nessuno va al Padre se non per mezzo di Cristo, così nessuno può giungere a Cristo se non per mezzo di Maria Santissima.
A Lei, Sovrana e Patrona nostra, Mediatrice di tutte le Grazie e Corredentrice, innalziamo la nostra fiduciosa preghiera perché il Signore tocchi il cuore e l’anima dei nostri Pastori, a gloria della Santissima Trinità, per la salvezza delle anime e per l’esaltazione della Santa Chiesa.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
4 Settembre 2021
Sanctæ Mariæ Sabbato