Quæ sun Cæsaris Cæsari
Quæ sunt Cæsaris Cæsari
Messaggio ai membri della Confederazione dei Triarii
Il futuro prossimo che ci attende è sempre più fosco e foriero di ulteriori inasprimenti delle misure incostituzionali assunte dal Governo: inutile farsi illusioni. Umanamente parlando, ci troviamo davanti ad un vero e proprio attacco alle libertà degli Italiani, in aperta violazione del diritto naturale, della Costituzione e della legge. Il cosiddetto passaporto vaccinale altro non è se non un odioso ricatto con il quale – sotto l’ipocrita alternativa tra la vaccinazione a spese dello Stato e i tamponi a spese del cittadino – si vuole forzare la popolazione a sottoporsi all’inoculazione del siero genico sperimentale, nonostante la normativa europea vieti esplicitamente forme di discriminazione tra vaccinati e non vaccinati.
Permettetemi dunque di rivolgermi a voi, con alcune considerazioni che – come ogni mio intervento – sono rivolte a tutti indistintamente.
Sappiamo bene che lo scopo della vaccinazione di massa è pretestuoso. Non vi è alcun intento di garantire alla popolazione la protezione dal virus: anzitutto perché il cosiddetto vaccino non assicura a chi lo riceve né di non essere contagiato, né di contagiare; al contrario, sono sempre più evidenti e documentati i casi di infezione di persone sane da parte di vaccinati. In secondo luogo, sappiamo che questo siero genico è tuttora in fase sperimentale e che le segnalazioni di effetti avversi si vanno moltiplicando, e che la vigilanza attiva non è stata attivata, con la conseguenza che i casi segnalati sono inferiori di dieci volte a quelli reali. Sappiamo anche che il virus, a parte i casi di infezione grave su soggetti con patologie pregresse, può essere curato efficacemente e che il vaccino non rappresenta quindi l’unica via percorribile contro la diffusione della presunta pandemia: al contrario, le cure esistenti, tanto ostacolate dalle autorità sanitarie, possono ridurre significativamente le ospedalizzazioni. Proprio in questi giorni apprendiamo che Pfizer si appresta a sperimentare un nuovo farmaco – IdrossiIvermectina – con analoghi principi attivi delle tanto vituperate Idrossiclorichina e Ivermectina. Ma se quelle terapie costavano pochi euro, guarda caso il nuovo prodotto di Pfizer sarà distribuito al modico costo di 200 euro. Come vedete BigPharma ha a cuore la nostra salute e non specula minimamente sull’emergenza sanitaria.
Non vi sono gli estremi per considerare l’epidemia Covid-19 come un fenomeno pandemico, dal momento che il numero dei contagiati è in linea con quello della normale influenza stagionale, che è a sua volta un Coronavirus. I dati diffusi lo scorso anno, in cui i morti per qualsiasi patologia venivano annoverati tra le vittime del Covid oggi sono drasticamente ridotti e ridimensionati, confermando quanto dicevo nel mio Appello del Maggio 2020.
Infine, sappiamo quali siano le gravi implicazioni morali rappresentate dal vaccino, in ragione della presenza di linee cellulari fetali provenienti non solo da due aborti avvenuti in tempi remoti, ma anche e soprattutto dalla necessità di “rinfrescare” questo materiale fetale con nuovi aborti procurati appositamente tra il quarto e il sesto mese di gravidanza: aborti compiuti tenendo in vita il feto ed espiantandogli – da vivo – gli organi necessari all’industria farmaceutica. Organi venduti dalle fabbriche di morte, per le quali il cervello, il fegato e gli occhi di creature innocenti sono una fonte di profitto con cui alimentare il Moloch sanitario. Mons. Schneider ha opportunamente evidenziato questo scandalo inaudito, sul quale la Santa Sede ha mostrato la propria colpevole connivenza e di cui i Cattolici non sono minimamente informati.
Proprio in questi giorni si sono avuti pronunciamenti pubblici di autorità sanitarie che hanno ammesso che la pressione sulla campagna vaccinale è dovuta al fatto che il Governo abbia acquistato un numero molto alto di dosi di siero e che voglia somministrarlo all’intera popolazione, ivi compresi i soggetti sani e quelli che presentano patologie che rendono la somministrazione pericolosa per la loro salute. I contratti con le case farmaceutiche, firmati dall’Unione Europea per conto dell’Italia e di cui ancora oggi si ignorano le clausole, costringono gli Stati ad acquistare dosi di siero genico anche se sono disponibili delle cure alternative: questo vi fa comprendere la complicità delle Istituzioni in questa colossale frode globale.
Senza ricordare la sequela indecorosa di contraddizioni da parte del Ministero della Salute, del CTS e di tutti i soggetti coinvolti a diverso titolo nella promozione del siero genico, dalla scusa che ci si doveva inoculare il vaccino «per tutelare i più deboli» (che però sono stati i primi ad esser vaccinati), alle incoerenti indicazioni sulle fasce di età dei vaccinandi (prima over 60, poi under 80, e infine anche le donne in gravidanza, i giovani e i bambini, con l’inquietante prospettiva che siano vaccinati pure i neonati). E i pediatri sanno bene quale incremento di aborti spontanei si sia avuto nelle madri incinte che si sono vaccinate: il loro silenzio omertoso non è diverso da quello di chi omette le segnalazioni alla farmacovigilanza per compiacere il Sistema.
Insomma, il vaccino era ed è ciò che il deep state e la deep church vogliono a tutti i costi somministrarci, non solo perché la nuova tecnologia mRNA trasforma chi lo riceve in un organismo geneticamente modificato e le sue difese immunitarie rendendolo nella migliore delle ipotesi un malato cronico e nella peggiore una vittima dell’eugenismo malthusiano del Great Reset; ma anche perché con le dosi di siero genico viene inoculato ossido di grafene, che rende la persona vaccinata come una periferica programmabile: lo ammettono proprio i fautori di questa tecnologia, tra cui lo stesso ministro Cingolani.
Mi si dirà che questi sono tutti argomenti da “complottisti”, e in un certo senso è vero: quello che i teorizzatori del complotto hanno evidenziato da anni non solo si è rivelato fondato, ma trova piena realizzazione proprio oggi, sotto i nostri occhi. Ricordo a chi mi ascolta che una normativa europea approvata da pochi giorni prevede che entro due anni a tutti i cittadini dell’Unione Europea debba essere impiantato sottopelle un dispositivo di identificazione a radiofrequenza con un numero identificativo unico collegato a dati anamnestici e sanitari, cure mediche, allergie, e informazioni di contatto (qui).
Risulta quindi evidente che il cosiddetto green pass non è finalizzato unicamente all’imposizione della vaccinazione, ma anche a creare il precedente che consenta, a breve, di utilizzarlo come strumento di controllo e di tracciamento per tutti i cittadini, non limitatamente a finalità sanitarie, ma ad esempio per regolare le nostre attività quotidiane sulla base di un credito sociale, ad iniziare dalla prossima emergenza green. Un’emergenza che – non dimentichiamolo – fa parte degli scenari pianificati dal World Economic Forum da oltre dieci anni e che trova in una ragazzina svedese la propria portavoce. Greta Thunberg, scomparsa durante la psicopandemia, ritorna alla ribalta e riceve in udienza politici e ministri, fungendo da pupazzo nelle mani dei ventriloqui globalisti. Non a caso il passaporto sanitario è chiamato emblematicamente green pass, quasi ad anticipare il suo prossimo utilizzo. E non sarà l’unico: i crediti sociali già sperimentati nella dittatura comunista di Pechino ed oggi vigenti per tutti i Cinesi saranno a breve inaugurati anche in Europa (come lo sono già in Australia), e con ogni probabilità l’Italia sarà la cavia europea di questo esperimento di ingegneria sociale.
Fatte queste premesse, è chiaro che non possiamo rimanere ad osservare passivamente lo svolgersi degli eventi, rispondendo ciascuno secondo i propri mezzi. È invece necessario che ci diamo delle “linee guida” – per usurpare un termine caro al Sistema – che ci consentano di muoverci in modo coordinato e di opporci efficacemente a quanto accade, coniugando la prudenza delle colombe con la scaltrezza delle serpi.
Nel 2018 Rod Dreher pubblicò L’opzione Benedetto. Una strategia per i Cristiani in una nazione post-cristiana. Scritto prima della farsa pandemica, questo saggio propone come alternativa all’invasività della politica anticattolica perseguita dal globalismo l’opzione Benedetto, appunto, ossia una risposta analoga a quella che il Monachesimo occidentale diede in concomitanza alla dissoluzione dell’Impero Romano; una soluzione che, con i modi e gli strumenti di oggi, dia vita a nuovi monasteri, o meglio a centri di aggregazione cristiani, in cui vivere il Cristianesimo nella sua integrità, senza doversi continuamente adeguare o dover giustificare agli occhi del mondo. La barbarie dell’alto Medioevo portò migliaia di Cristiani a raccogliersi nelle comunità monastiche, sotto la Regola di San Benedetto, per difendersi dagli assalti dei nemici e per vivere con semplicità e serenità secondo i precetti del Vangelo. Non era, quella, una fuga dal mondo per inseguire un’utopia, ma l’unica via percorribile in un mondo non ancora convertito a Cristo. L’opzione Benedetto, oggi, è una delle vie – anche se forse non l’unica – percorribili in un mondo che ha apostatato Cristo e che perseguita coloro che credono in Lui.
Con il prof. Viglione si parlava di forme di mutua assistenza per fronteggiare le conseguenze derivanti dall’entrata in vigore del decreto con cui si rende obbligatorio il green pass per i lavoratori del settore pubblico e privato, oltre che per molte altre categorie. Fermo restando che questo passaporto sanitario sarà probabilmente esteso all’intera popolazione, e che poi la sua validità verrà ampliata ad altri ambiti del vivere civile; a mio parere occorre iniziare a organizzarci, in modo da non essere colti alla sprovvista quando ciò avverrà.
Chi sarà sospeso dal lavoro, senza stipendio, a causa del green pass dovrebbe poter essere aiutato grazie ad un fondo di mutuo soccorso, oltre che a forme di assistenza reciproca, nei modi che le circostanze renderanno più praticabili. Si dovranno parimenti sensibilizzare le aziende di proprietà di Cattolici ad esercitare quell’obiezione di coscienza che la legge vigente riconosce e tutela, in modo da non dover sospendere dal lavoro i propri dipendenti che non intendono sottoporsi al vaccino. Si potrebbe fondare un istituto di credito e un’assicurazione, o chiedere ad uno esistente di prendere pubblicamente posizione, cosa che a mio parere rappresenterebbe un significativo incremento dei suoi clienti. I docenti potrebbero coordinarsi con le famiglie, su base territoriale, per offrire lezioni nell’ambito di scuole parentali, con minima spesa per i genitori e grande utilità per gli allievi, che non dovrebbero sottostare all’obbligo delle mascherine e a tutte le cerimonie del culto pandemico. Lo stesso dicasi per i medici dissidenti, che potrebbero incrementare la rete di pazienti e garantire le cure secondo i principi della sana medicina e non in prona sottomissione ai protocolli ministeriali.
Ma sarà opportuno pensare anche a quelle realtà rurali, oggi abbandonate a causa dell’industrializzazione e dell’accentramento nelle metropoli, come possibili luoghi da colonizzare, ripopolare e far rinascere, creando comunità tradizionali in cui sia garantita una vita normale a chi vi si vuole trasferire. Ci sono centinaia di paesi abbandonati, in cui sarebbe possibile creare centri di aggregazione per i molti Cattolici – per tante persone “perbene” – che ne hanno abbastanza di avere i propri figli indottrinati al gender, all’ideologia LGBT, al globalismo e – non ultimo – alle deviazioni dottrinali e morali oggi diffuse nelle parrocchie. Centri refrattari alla mentalità corrente, in cui possano essere accolti tutti coloro che desiderano seguire – senza eccessi da Amish – la legge naturale e i Comandamenti, al riparo dagli abusi del potere. Queste comunità potrebbero anche accogliere chierici e religiosi perseguitati da Bergoglio, offrendo loro una chiesa e una canonica – o un monastero – in cui a loro volta vivere serenamente secondo i principi della vita ecclesiastica o della Regola monastica.
Quanto queste comunità possano essere tollerate dalla dittatura che va instaurandosi, non è dato saperlo. Ma sappiamo sin d’ora che i seguaci della sciagurata ideologia mondialista sono destinati all’estinzione, e questo per più ragioni. La prima è che molti di coloro che hanno subito la vaccinazione potrebbero non sopravvivere a lungo (e non sappiamo cosa avverrà a quanti si sottoporranno alle nuove cure con le cellule monoclonali). Parte dei vaccinati si scoprirà sterile, vuoi per gli effetti del siero genico, vuoi per tutto quello che mangiano, che fumano, che respirano. Altri ancora, irretiti dall’omosessualismo imperante, non avranno figli. Rimangono quindi le famiglie tradizionali, aperte ad accogliere la vita nascente e a prendersi cura dei loro vecchi, come si è sempre fatto.
Anche i chierici e i religiosi modernisti sono destinati all’estinzione: le eresie e gli scandali della setta progressista svuotano le chiese, e dove gli orrori liturgici e dottrinali non fossero sufficienti, zelanti servi del Sistema in clergyman impongono il green pass anche per andare in chiesa, allontanando gran parte dei fedeli. E se gli Istituti e gli Ordini tradizionali sono benedetti da copiose vocazioni e hanno fedeli per lo più giovani, i seminari e le congregazioni moderniste vanno morendo inesorabilmente, in una crisi ininterrotta iniziata con la “primavera conciliare” che si rivolge ormai a persone in età molto avanzata. Inutile che vi ricordi la persecuzione che Bergoglio sta conducendo contro le comunità Ecclesia Dei e contro i Monasteri e Conventi legati al rito antico: in tutto il mondo i bravi di Braz de Aviz e di Carballo, su mandato del Satrapo di Santa Marta, moltiplicano commissariamenti e soppressioni: perché non si deve nemmeno poter vedere che la Tradizione è l’unica via percorribile dinanzi all’apostasia presente, che questa chiedono i sacerdoti e i religiosi, che questa vogliono i fedeli, non appena si dà loro la possibilità di conoscere e di scegliere. So che, dinanzi alle pressioni di Bergoglio per chiudere le chiese in cui si celebra la Messa di sempre, molti Prelati e sacerdoti fanno presente che una forzatura porterebbe quasi certamente ad uno scisma, e per questo motivo cercano in tutti i modi di vanificare le misure draconiane volute dall’Argentino. Vige un grande malcontento, un vero e proprio imbarazzo da parte dei suoi stessi sostenitori, che si accorgono solo ora di quanto poco gestibile sia Bergoglio e di quanti danni stia causando al Corpo Mistico. Anche tra i moderati e i conservatori, che fino a Benedetto XVI erano disposti a sorvolare sul Vaticano II in uno spirito di collaborazione costruttiva, serpeggia la percezione del tradimento ad opera di Bergoglio e della ormai evidente intenzione di trasformare la Chiesa Cattolica in una ONG asservita al globalismo e al Nuovo Ordine Mondiale. Vi sono fondati motivi per ritenere che un’opposizione ferma e determinata ai diktat di Santa Marta possa trovare un appoggio anche in tanti che fino ad oggi cercavano di barcamenarsi per non prendere posizione.
Spero che questo breve intervento possa stimolare una riflessione e spronarvi a risoluzioni concrete. Questo è il momento di agire, di predisporci a parare i colpi che a breve riceveremo dal nemico, di costruire qualcosa di snello e semplice, ma allo stesso tempo efficace ed applicabile su vasta scala. In quest’opera lodevole, ispirata a vera Carità cristiana, l’impegno dei laici è determinante e indispensabile, soprattutto oggi, perché permette di gestire autonomamente le realtà concrete – anche e soprattutto dove entra in gioco il denaro – sottraendolo all’autoritarismo del Clero bergogliano, attento alle speculazioni finanziarie e a coprire scandali sessuali e non alla salvezza delle anime e alla gloria di Dio.
In tutto questo, ovviamente, non dobbiamo dimenticarci che ogni nostra iniziativa, ogni sforzo, ogni impegno deve trovare il proprio inizio e il proprio compimento in Cristo. Non dimentichiamo che la vita su questa terra è una milizia, e che per vincere le battaglie imminenti – dopo aver perso miseramente quelle del recente passato – dobbiamo instaurare omnia in Christo, persuasi che potremo aspirare alla pace e alla concordia solo attraverso di Lui, con Lui e in Lui. Pax Christi in regno Christi, dunque. Senza tentennamenti, senza compromessi, senza calcoli di potere. Date dunque a Cesare quel che è di Cesare, ma nulla di più, specialmente in un momento in cui tanto l’autorità civile quanto l’autorità ecclesiastica si mostrano asservite all’élite luciferina.
Vi sia patrono il glorioso Arcangelo San Michele, custode e patrono della Santa Chiesa e del Papato, del quale abbiamo celebrato pochi giorni fa la festa e che quotidianamente invochiamo alla fine della Messa, affinché scacci all’inferno Satana e gli spiriti maligni «qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo».
A voi tutti, carissimi amici, alle vostre famiglie e quanti vi sono cari, e a coloro che si impegneranno attivamente nella realizzazione delle sue risoluzioni, va la mia preghiera, il mio ricordo nel Santo Sacrificio, la mia Benedizione.
- Carlo Maria Viganò, Arcivescovo