
In caput anguli
Surrexit Dominus
Omelia nella Domenica in Albis
Lapis, quem reprobaverunt ædificantes,
hic factus est in caput anguli, et lapis offensionis,
et petra scandali his, qui offendunt verbo, nec credunt.
La pietra rigettata dai costruttori
è divenuta testata d’angolo e pietra d’inciampo
per coloro che urtano nella parola e non credono.
I Petr 2, 7-8
Cristo è risorto! È veramente risorto!
“La conclusione delle feste battesimali richiama quest’oggi i neofiti alla basilica Lateranense, presso il Fonte in cui la notte precedente la Pasqua vennero rigenerati. Sono questi gli ultimi momenti della loro infanzia spirituale, giacché domani verranno come slattati, e prenderanno posto fra gli altri fedeli. Perciò l’odierna liturgia stazionale sembra più che mai invaghita del candore della loro innocenza, quasi una tenera madre che si sente rapita alla vaghezza del suo pargoletto.” Così il Beato Cardinale Schuster.
La Liturgia del Sabbato in albis depositis prende il nome dall’antichissima cerimonia della deposizione delle vesti candide che i neo-battezzati durante la Veglia pasquale avevano ricevuto dal Vescovo. I testi delle Messe dell’Ottava sono un continuo richiamo alla liturgia battesimale, ma quella di oggi è un meraviglioso canto alla rinascita dell’uomo nuovo al Sacro Fonte, sul modello di Cristo risorto.
La veste battesimale ci riporta alla mente la parabola delle nozze del figlio del re (Mt 22, 1-14), e all’antico uso dei sovrani di inviare agli invitati anche le vesti con cui presentarsi al banchetto: per questo motivo il re, nel vedere uno degli ospiti senza veste, lo fa legare e gettare fuori dal palazzo. La veste nuziale è simbolo del Battesimo e della Fede, senza cui è impossibile accedere al Banchetto che il Signore imbandisce per molti, ma a cui solo pochi sono degni di prendere parte. Perché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti (Mt 22, 14).
L’antifona alla Comunione ci ricorda: Omnes, qui in Christo baptizati estis, Christum induistis, Tutti voi, che siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo (Gal 3, 27). Così commenta il Beato Cardinale Schuster negli insegnamenti tratti dalle sue Note liturgiche sul Messale Romano: “I neofiti stanno ormai per deporre le tuniche battesimali. Però le anime loro hanno indossato un altro abito spirituale, che non deve essere mai più deposto. L’immagine sembra ardita, ma è dell’Apostolo Paolo: Gesù Cristo viene paragonato come ad un abito, giacché il cristiano, mentre viene ricoperto dei meriti del Salvatore, ne deve rivivere altresì la vita, il pensiero, gli affetti, i battiti del cuore.”
I neofiti depongono dunque la veste esteriore, come anche noi l’abbiamo deposta a suo tempo, ma conserviamo impresso il sigillo indelebile della nostra appartenenza a Cristo, e la Croce che ci è stata impressa con il Sacro Crisma e l’Olio dei Catecumeni.
Come bambini appena nati, siate bramosi del latte spirituale purissimo, affinché con esso possiate crescere a salute (1Pt 2, 2). La Chiesa, come Madre amorevole, ci mette a disposizione il latte purissimo della Parola di Dio, il nutrimento spirituale della divina Liturgia, per prepararci a gustare il Pane Eucaristico.
Ancora il Cardinale Schuster: “Alla fine della solennità pasquale, la Chiesa prova quasi della pena a porre un termine alla festa. Esteriormente essa vi si rassegna, ma a condizione che l’anima interiormente celebri una Pasqua perenne, come perenne sugli altari è altresì l’immolazione dell’Agnello Pasquale.”
E proprio quando si conclude l’Ottava di Pasqua, nel Sabato successivo al Sabato Santo, l’Epistola di San Pietro ci mostra la Santa Chiesa composta delle pietre vive edificate su Cristo, la pietra scartata dai costruttori ma divenuta testata d’angolo, pietra d’inciampo e di scandalo per quelli che non credono, mentre per noi Cristiani essa è di onore. Pietra sulla quale ci si schianta, perché quella pietra angolare è Nostro Signore, Verbo eterno del Padre.
In quest’epoca ipocrita e menzognera, le parole di San Pietro sono considerate “divisive”, e per nulla “inclusive”. Ma se abbiamo scelto di essere pietre vive dell’edificio spirituale di Cristo; se riconosciamo in Cristo la testata d’angolo della Chiesa; se siamo rivestiti della Grazia di Cristo e dell’uomo nuovo creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità della verità (Ef 4, 24) dobbiamo essere pronti a testimoniare il Vangelo sapendo che questo comporterà necessariamente l’ostilità di chi rifiuta la Salvezza, di chi declina con scuse l’invito del Re divino al Banchetto celeste.
Concludiamo la nostra meditazione con le parole del Cardinale Schuster: “Gesù appare agli Apostoli alla sera del giorno di Pasqua indi si mostra loro dopo otto giorni, e di nuovo augura la pace. Al termine di questa settimana secolare, alla fine cioè del mondo, Gesù riapparirà anche alla sua Chiesa, e col dono della Sua pace la conforterà contro le ultime persecuzioni dell’Anticristo.”
E così sia.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
15 Aprile 2023
Sabbato in Albis