
Omelia nella Festa della Madonna del Rosario

Festa della Beata Vergine Maria del Santo Rosario, Regina delle Vittorie
7 Ottobre 2023
Quando celebriamo la festa della Madonna del Rosario, non possiamo non tornare con la memoria alla prodigiosa vittoria della Lega Santa sul Turco nelle acque di Lepanto. In quell’occasione – come in molte altre nel corso della Storia – la divina Provvidenza si è degnata di irrompere nelle vicende della Cristianità e della Chiesa, perché i nemici di allora non avessero il sopravvento e non invadessero l’Europa scristianizzandola. Quel che non hanno potuto fare i seguaci di Maometto nel 1571 – e poi di nuovo a Vienna nel 1683 – sono riusciti a farlo nuovi e più agguerriti nemici, che anziché combattere una guerra tradizionale hanno deciso di distruggere le nazioni occidentali con una guerra non convenzionale fatta di crisi economiche, di pandemie, di limitazioni dei diritti fondamentali, di usurpazione del potere tanto nella sfera civile (contro ogni principio democratico) quanto in quella ecclesiastica (contro il mandato di Cristo).
All’epoca della Battaglia di Lepanto solo i Francesi, pur proclamandosi Cattolici, si erano alleati alla Mezzaluna. Oggi le nazioni un tempo fiere di combattere per la difesa della vera Religione sono cadute nell’apostasia, se non nella totalità dei loro cittadini, certamente nei loro governanti. E la Chiesa stessa, infiltrata di nemici tanto più pericolosi quanto più nascosti, da oltre sessant’anni si è spogliata delle sue armi spirituali, per rendersi serva dell’élite globalista asservita al Nuovo Ordine Mondiale. E se la Francia ha pagato a così caro prezzo il suo tradimento della Fede con il flagello della Rivoluzione e del Terrore, oggi vediamo come il ben peggiore tradimento degli Stati e della Gerarchia Cattolica viene parimenti punito da nuove rivoluzioni e nuovi terrori, per mano degli stessi nemici. La Provvidenza si avvale anche dei malvagi per compiere la propria giustizia sui Suoi figli ribelli. E sarà un’amara sorpresa per la setta bergogliana scoprire con quale spietata crudeltà i suoi alleati di oggi si accaniranno su di lei, non appena avrà esaurito il proprio compito.
Eppure, dinanzi all’angoscia che coglie ciascuno di noi nel contemplare l’inferno in terra che cresce e si diffonde con il progressivo e pavido ritirarsi dei Pastori e dei fedeli – mentre assistiamo con orrore al dilagare delle eresie in materia dottrinale e morale favorite e incoraggiate da una Gerarchia rinnegata – la vittoria di Lepanto conforta e accresce la nostra speranza, perché anche in quest’ora possiamo meritare dal Cielo un’altra miracolosa sconfitta dei nemici di Dio e del genere umano. È proprio nel momento di maggiore sconforto, nella notte oscura non dell’anima del singolo ma dell’intera società, che la Misericordia di Dio – come il Buon Pastore della parabola – si muove a compassione e viene a cercare le pecorelle e gli agnelli smarriti nei più remoti anfratti. E se assieme a don Giovanni d’Austria c’erano eroici condottieri devoti alla causa della Santa Chiesa Cattolica, Apostolica e Romana, mentre noi non abbiamo nemmeno un Papa che dica qualcosa di vagamente cattolico; oggi il grido che sale al Trono di Dio da parte dei fedeli e addirittura di chi non ha la grazia del Battesimo, è ancor più straziante per il Cuore Sacratissimo di Gesù, che queste anime ha salvato e redento con il Suo Sangue.
È infatti la nostra debolezza che ci deve spronare a pregare, a digiunare, a far penitenza nella certezza di essere ascoltati. È il nostro riconoscerci dinanzi a Dio bisognosi non solo del Suo aiuto, ma di tutto, che rende accettabile la nostra supplica. Ed è il saper andare al cuore della crisi presente – al cuore dell’apostasia della Chiesa, delle nazioni e delle società – che ci consente di comprendere quanto sia vero il monito di Nostro Signore: Senza di Me non potete fare nulla (Gv 15 ,5). Perché anche senza flotte, senza armi, senza cannoni, senza viveri, senza Pastori, senza Re cattolici e condottieri coraggiosi, siamo comunque sulla Barca di Pietro, che anche se squassata dai più violenti marosi non può affondare, perché su di essa dorme il Salvatore, e attende che lo invochiamo: Signore, salvaci: siamo perduti! (Mt 8, 25) Attende il nostro grido, come quello degli Apostoli, per destarSi e ordinare ai flutti di calmarsi.
Nella tempesta che infuria, insieme al Signore sulla Barca di Pietro – una barca il cui timone è momentaneamente nelle mani di chi la vuole dirigere a schiantarsi sugli scogli – abbiamo anche la protezione di Maria Santissima, Stella maris, a cui guardiamo per ritrovare la rotta perduta. E se nelle acque di Lepanto un’armata cattolica poteva inchinarsi alla sua Regina e Signora invocandoLa invitta debellatrice delle eresie e del peccato, oggi tante anime sole, disorganizzate, incapaci di impugnare una spada o di menare un fendente, hanno la loro unica speranza in Lei, vita, dulcedo et spes nostra. Poiché la vera speranza è quando non vi è altra soluzione, altro rimedio, altro rifugio. Ai piedi della nostra Santissima Madre, Auxilium Christianorum, noi deponiamo le preghiere, i digiuni, le penitenze e le buone opere che nella nostra povertà riusciamo a compiere: sarà Lei, Madre di Dio e nostra Avvocata e Mediatrice – titolo, quest’ultimo, che il Vaticano II Le ha rifiutato – a presentarle al cospetto del Suo divin Figlio, che nulla Le negherà, soprattutto se è per il nostro bene e per il trionfo della Verità sull’errore, della bontà sul vizio e sul peccato, dell’onestà sulla corruzione e sul tradimento.
Iniziamo dunque a combattere la nostra battaglia di Lepanto contro i nostri difetti, i nostri peccati dominanti, i nostri vizi. Se non è più santa la società nei suoi capi, facciamo in modo che lo sia nelle sue membra, ossia in coloro che hanno vinto e vincono quotidianamente, mediante la Grazia di Dio e il ricorso ai Santi Sacramenti, gli assalti della carne, del mondo e del diavolo. Se Cristo non è ancora tornato a regnare sulle Nazioni, che regni sul maggior numero possibile di coloro che le compongono. E se pastori mercenari non ci aiutano ed anzi ci ostacolano nel nostro cammino verso l’ovile celeste, facciamo in modo che le pecore e gli agnelli sappiano ancora riconoscere e obbedire alla voce del Buon Pastore, Gesù Cristo nostro unico Signore.
E così sia.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
7 Ottobre 2023
S.mi Rosarii Beatæ Mariæ Virginis